Le vedovelle sono le tipiche fontanelle di Milano, così chiamate perché il filo d’acqua incessante che sgorga è paragonato al pianto di una vedova.
Distribuite su tutto il territorio del Comune di Milano ne sono attualmente in funzione 565.
Sono realizzate in ghisa, nel tipico colore verde ramarro e sono state disegnate nel 1931. La prima fontanella è quella di Piazza della Scala, che differisce dalle altre per il fatto di essere in bronzo.
Le vedovelle non hanno il rubinetto. Per questo motivo molti possono pensare che generino spreco d’acqua, ma non è così.
Innanzitutto la quantità d’acqua erogata dalle fontanelle è irrisoria in confronto alla portata d’acqua distribuita dall’acquedotto milanese; infatti, a fronte di un flusso totale istantaneo medio erogato dall’acquedotto di circa 7500 litri/secondo, la portata dell’insieme delle fontanelle è pari a circa soli 10 litri al secondo.
Inoltre il flusso d’acqua continuo delle vedovelle non è utile solo per dissetarsi, ma svolge anche l’importante funzione di mantenere l’acqua sempre in movimento, preservandone la freschezza e la buona qualità in corrispondenza delle tubazioni terminali cieche, le cosiddette “teste morte”.
In più, l’interruzione del flusso determinerebbe la stagnazione dell’acqua e contribuirebbe alla formazione di flora batterica attorno alla bocca del “drago” da cui sgorga l’acqua.
Bisogna ricordare inoltre che la portata in uscita dalle fontanelle non si disperde inutilmente ma, attraverso la fognatura, raggiunge i depuratori di Milano, e viene quindi impiegata dai consorzi agricoli per l’irrigazione dei campi a sud della città.
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