Cetti, MM: “Continuare su questa strada per ottenere ulteriori miglioramenti”. Nessuno scavo, interventi veloci ed economici, drastica riduzione delle perdite d’acqua, che in Italia sono tra mediamente tra il 30 e 40%, risparmio energetico nelle stazioni di pompaggio. Questi i vantaggi della tecnica innovativa del progetto Safe Pipe per il risanamento degli acquedotti. Con l’acqua dispersa ogni anno mancati introiti per 226 milioni di euro.
Una tecnologia innovativa capace di risanare la rete degli acquedotti senza scavi per limitarne al massimo le perdite d’acqua.
Il progetto, durato tre anni e basato su un nuovo materiale e una soluzione di posa a basso impatto, si chiama Safe Pipe ed è stato presentato questa mattina alla Fondazione Politecnico di Milano. Successivamente è stato mostrato alla stampa il campo prove di Metropolitana Milanese spa, che gestisce il Servizio Idrico Integrato della Città di Milano, dove la nuova tecnologia è stata testata.
“Pur essendo molto soddisfatti come Metropolitana Milanese dei nostri risultati – ha dichiarato il dott. Stefano Cetti, Direttore Generale di MM – le nostre perdite si attestano infatti intorno al 10-11 % quindi altamente sotto la media nazionale, riteniamo importante investire in nuove tecnologie attraverso le quali possiamo ottenere margini per un ulteriore miglioramento”.
Gli acquedotti italiani perdono in media tra il 30 e 40% dell’acqua che trasportano, il che equivale a circa 2,6mld di metri cubi di quella immersa in rete. Questo comporta maggiori costi di produzione per energia elettrica e trattamenti e mancati ricavi per le società di gestione degli acquedotti. Con l’acqua sprecata dagli acquedotti ogni anno si perdono 226 milioni di euro. Il nuovo sistema potrebbe intervenire su questi sprechi e aprire nuovi scenari nel campo del risanamento degli acquedotti italiani arrivati ormai a una vita media di 50 anni. Attualmente, per intervenire in caso di risanamento, si prevedono scavi estesi e un impatto dei cantieri, sul traffico e sull’ambiente che comporta parecchi disagi. Il progetto Safe Pipe ha permesso di proporre e sperimentare nuove resine per acqua potabile con cui sarà possibile estendere ulteriormente l’applicazione delle tecnologie senza scavo (no-dig), consentendo:
Il progetto è stato portato avanti da un gruppo di ricerca guidato da una cordata di aziende lombarde ((Beca Engineering, Deva, Tematechline) dal Politecnico di Milano, Fondazione Politecnico, Metropolitana Milanese e la collaborazione, per la parte di analisi e test sulle materie prime, dell’Istituto Mario Negri sempre del capoluogo lombardo. Le attività di ricerca, tutte svolte in Italia, hanno portato alla realizzazione di materiali altamente innovativi come la calza-resina capace di risanare ed aderire a qualsiasi tipo di condotte e a un sistema di indurimento(catalisi) a raggi UV che prevede bassi tempi di intervento, bassi costi di risanamento e alte caratteristiche meccaniche.
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